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I quadri impressionisti in Italia

quadri impressionisti

Esiste una corrente artistica più popolare dell’Impressionismo? Tra i movimenti dell’Età Moderna, i quadri impressionisti sono stati certamente i più influenti: inizialmente osteggiati dai critici d’arte, vennero presto rivalutati da grandi personalità come Emile Zola. E naturalmente, l’influenza dell’Impressionismo si diffuse anche in Italia, estendendosi per buona parte del primo Novecento. Ma quali sono i suoi protagonisti in Italia?

Le origini dell’Impressionismo in Italia

L’Impressionismo si sviluppò a Parigi negli anni ’70 dell’Ottocento, destando subito grande scalpore. Nel nostro paese, l’influenza della Francia era molto forte, soprattutto nel periodo seguente all’Unità. Dopo un periodo di iniziale diffidenza, il nuovo stile trovò terreno fertile nella penisola italiana, anche grazie all’esperienza dei Macchiaioli (altro movimento interessantissimo che potremmo trattare in un prossimo articolo!)

La stagione impressionista in Italia si può idealmente dividere in due grandi periodi. Il primo è quello franco-italiano, dominato da figure come Zandomeneghi e De Nittis. Segue poi il periodo tardo, dove dipingono maestri come Emilio Gola e Francesco Filippini.

Federico Zandomeneghi e il primo Impressionismo

Uno dei maggiori esponenti del periodo francese dell’Impressionismo italiano, Zandomeneghi era figlio di scultori, ma preferì lanciarsi in una ricerca artistica che lo fece approdare a Parigi. Dopo un’iniziale parentesi come macchiaiolo, Zandomeneghi conobbe i pittori impressionisti di Montmartre.

Nel celebre quartiere parigino cominciò la sua sperimentazione artistica, ritraendo figure comuni nei contesti più quotidiani e intimi possibili. Particolarmente influenzato da Degas, che era anche suo amico intimo, condivise con lui la passione per il ritratto di nudo e per il pastello. I suoi ritratti sono firmati dal cognome per esteso, con calligrafia molto dritta e leggibile, di solito in nero e posta nell’angolo basso del dipinto (più raramente, nell’angolo in alto).

Zandomeneghi fu il solo italiano a venire incluso nel gruppo originario degli Impressionisti e partecipò anche alle loro esposizioni alternative a quelle dei grandi musei. La sua arte maturò quasi del tutto all’interno del contesto francese e finì per esserne quasi del tutto assorbita. Infatti, per quanto emblematico, la sua influenza sui pittori minori in Italia fu sempre ridotta.

Quadro impressionismo di Zandomeneghi
Dipinto impressionista italiano, influenzato da Francesco Filippini

Le sue opere sono quasi tutte esposte in musei e mostre in tutta Europa, ma capita ancora di trovare suoi esemplari messi all’asta. La più recente, o quantomeno la più eclatante, si è tenuta nel 2020 dove un suo ritratto femminile è stato venduto per una cifra stimata oltre i 100.000 euro.

Francesco Filippini e il periodo tardo

Perfetto rappresentante del tardo Impressionismo italiano, Filippini si distinse particolarmente nella paesaggistica. Figlio di operai, imparò da solo l’arte del disegno quando era un bambino, per poi studiare nell’ambiente artistico di Brescia.

Celebre fu la sua disputa artistica con Monet: erano entrambi pittori di paesaggi en plein air, intenzionati a cogliere le impressioni irripetibili degli scenari che si proponevano di dipingere. Mentre Monet avviava una serie di dipinti per cogliere l’atmosfera della Stazione di Saint-Lazare, Filippini rispondeva con i suoi quadri dall’umore cupo e dalle tonalità plumbee, tendenti al nero.

Questa disputa dimostrò che Filippini era il solo italiano in grado di rivaleggiare con gli stessi fondatori dell’Impressionismo. I suoi quadri sono ancora oggi estremamente ricercati per la nuova linfa vitale che infusero all’arte italiana e possono essere riconosciuti dalla firma in rilievo di colore rosso.

Galileo Cattabriga e l’Impressionismo novecentesco

L’Impressionismo in senso stretto è assimilabile interamente al Novecento, ma in realtà la sua influenza e le opere di questa corrente si riproposero anche nelle decadi successive: è il caso di Galileo Cattabriga, che reinterpretò la pittura impressionista e ne propose un modello rinnovato.

Attivo lungo tutta la prima metà del secolo, il pittore ferrarese si dedicò principalmente alla pittura di viaggio, riproponendo le scene che vedeva durante i suoi viaggi nelle campagne, specialmente quelle lombarde. La fanno da padrone scene bucoliche, come il celebre quadro Campagna, oggi parte della collezione privata della famiglia del pittore.

quadri impressionisti di Galileo Cattabriga
Campagna di Galileo Cattabriga

Anche il ritratto è uno dei generi più comuni di questo artista, il cui tratto vivace e la ricerca cromatica furono una grandissima influenza nell’arte italiana di quegli anni. Tra i suoi più grandi estimatori si annovera Achille Funi, grande agitatore artistico e uno dei principali volti del realismo magico. Al suo lavoro è dedicata la Pinacoteca di Ferrara, città natale del pittore.

I quadri impressionisti oggi

Le opere impressioniste sono tra le più amate in circolazione, in quanto hanno ridefinito il concetto di pittura con la loro influenza. Ma per quanto siano ricercate e ammirate, trovarne non è facile come si può pensare: infatti l’Ottocento è anche l’anno dei mercanti d’arte e delle gallerie. Un secolo in cui l’arte non è più appannaggio di Chiesa e nobiltà, ma diventa ad uso comune della borghesia.

Questo vuol dire che non ci sono molte speranze di trovare quadri di rilievo che non siano già parte di qualche collezione privata o inseriti in una mostra museale. Tuttavia, ci sono ancora diversi casi di pittori locali influenzati dall’Impressionismo, le cui opere affollano i mercati di antiquariato. Senza contare quelle opere minori che sono spesso finite nelle mani di piccoli collezionisti.

Quindi, se avete un quadro ereditato dal vostro bisnonno, controllate bene la firma e la provenienza: potreste avere in casa una piccola fortuna!

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